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Sabato 13 e domenica 14 due giornate di visite gratuite a Ca’ Farsetti e villa Farsetti per i 250 anni dalla morte dell’abate Filippo Farsetti

Notizie dalla provincia
10 Gennaio 2024
villa farsetti

Due appuntamenti straordinari con visite guidate a Ca’ Farsetti a Venezia e Villa Farsetti a Santa Maria di Sala, apriranno sabato 13 e domenica 14 gennaio le celebrazioni per i 250 anni dalla morte dell’abate Filippo Farsettiavvenuta a Venezia il 22 settembre 1774. 

 

Il Comune di Venezia e il Comune di Santa Maria di Sala apriranno per l’occasione le porte dello storico palazzo sul Canal Grande che ospita la sede municipale e della splendida villa monumentale che venne eretta come sede di campagna della famiglia. 

Un ideale gemellaggio storico e geografico tra la dimora cittadina e la dimora di campagna dell’abate Farsetti per un tour guidato organizzato dal Circolo Arci Pirola in collaborazione con le due amministrazioni comunali e con il patrocinio della Città metropolitana di Venezia e della Regione Veneto nel corso del quale si potranno ammirare le collezioni d’arte di Filippo Farsetti, conoscere i progetti architettonici, le passioni per l’arte, la scultura e la botanica del ricco e nobile veneziano.

 

Sabato 13 a Ca’ Farsetti, per la visita guidata nel cuore del palazzo oggi sede principale del Comune di Venezia, ad accogliere i visitatori che hanno prenotato il tour ci sarà la Presidente del Consiglio Comunale Ermelinda Damiano delegata per l’occasione dal sindaco Luigi Brugnaro. Domenica 14 in occasione del tour guidato a Villa Farsetti di Santa Maria di Sala sarà invece il sindaco Natasha Rocchi a salutare gli ospiti che hanno scelto di scoprire la storia e le bellezze della residenza di campagna della famiglia Farsetti.

 

“Le celebrazioni per i 250 anni dalla morte dell’Abate Filippo Farsetti danno contemporaneamente lustro ad uno dei personaggi di spicco della nostra Città – commenta Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio Comunale della Città di Venezia – Celebriamo un grande mecenate che con lungimiranza e visione ebbe il merito di aprire le porte del suo palazzo a tanti giovani artisti, che avevano così libero accesso alle sue ricche collezioni e venivano incoraggiati nello studio e nella ricerca, e ad uno dei luoghi simbolo di Venezia, che oltre ad essere la Casa del Cittadino, costituisce un patrimonio storico, architettonico e culturale dal valore inestimabile. Il gemellaggio tra la Città di Venezia e Santa Maria di Sala rende queste celebrazioni ulteriormente significative perché mette in connessione diretta un’identità e delle radici comuni di cui ognuno di noi è chiamato a rendersi testimone, custode e divulgatore”.

“Nel gemellaggio tra il Comune di Venezia e il Comune di Santa Maria di Sala, avremo il piacere di visitare e di far visitare due luoghi ove l’abate Farsetti é vissuto e che sono testimonianza ancora viva della grandezza e profondità culturale della sua persona e della conoscenza e passione per la civiltà antica” è il commento di Natascia Rocchi, sindaco di Santa Maria di Sala”.

 

 

L’abate Filippo Farsetti

Nato a Venezia il 13 genn. 1703 da Anton G. Francesco e da Marina Foscari, Filippo, grazie all’agiatezza della famiglia, aggregata al patriziato veneziano nel 1664, visse una una giovinezza serena, dedita agli studi e del tutto aliena da qualsiasi impegno politico, anche grazie alla scelta di prendere gli ordini minori, che comportava l'obbligo di portare l'abito ecclesiastico e il titolo di abate. 

Viaggiò molto a Roma, Napoli, Firenze, Parigi, dove visse a lungo, divenendo amico di letterati, artisti, bibliofili. Allievo di padre C. Lodoli, divenne ben presto un apprezzato collezionista ed il suo appassionato mecenatismo contribuì in modo decisivo alla fortuna del movimento neoclassico a Venezia. Celeberrima è la sua collezione di 253 calchi di gesso (statue, busti, teste, bassorilievi) eseguiti in gran parte dallo scultore bolognese Ventura Furlani: dapprima a Roma, dove lo favorì il cugino Carlo Rezzonico, dal 1758 papa Clemente XIII, poi a Napoli, a Firenze, in Spagna, Francia, Inghilterra, mise insieme una splendida raccolta di modelli della più celebre statuaria classica e moderna. 

Fece copiare a olio da Luigi Pozzi le pitture di Raffaello in Vaticano e i quadri di Annibale Carracci nella galleria Farnese, fece eseguire in sughero e pomice da Antonio Chichi gli archi di Costantino, di Tito, di Settimio Severo, il tempio della Sibilla a Tivoli, quello di Cecilio Metello a Capo di Bove, acquistò terrecotte, bronzi, marmi antichi, 125 quadri di paesaggisti fiamminghi (tra cui Rembrandt, Rubens, Van Dyck), famosi maestri del '500 e '600 (Tiziano, Correggio, Rosa, Guercino, Tintoretto, Andrea del Sarto, Magnasco, Pietro da Cortona, Padovanino, Giorgione, Giordano, Palma il Giovane) e pochi scelti contemporanei (Carlevariis, Ricci, Zuccarelli). Questa immensa collezione costituì nel suo palazzo veneziano un vero e proprio museo, aperto al pubblico e meta delle visite ammirate di cittadini, artisti, critici, turisti stranieri, tra i quali Goethe.

Egli stesso ne curò un catalogo (Museo della casa eccellentissima Farsetti a Venezia), affinché i giovani di Venezia che volevano studiare l'architettura, la pittura e la scultura potessero conoscere de visu questi capolavori, collocati più per loro beneficio che per ornamento della casa. In effetti gli studenti avevano libero accesso alle sue collezioni e ricevevano da lui premi e incoraggiamenti, tanto che il suo palazzo divenne "il principale centro di raccolta per tutti coloro che stavano facendo proprie le teorie dell'Algarotti e di altri sulla necessità di seguire i modelli classici". Tra gli allievi del suo museo vi fu Antonio Canova, che per il Farsetti eseguì le sue prime opere, due cesti di frutta e di fiori, collocate sullo scalone del palazzo (1772). Antonio Diedo, segretario perpetuo dell'Accademia di Venezia, fondata nel 1766, riconobbe allo studio dei gessi Farsetti il merito maggiore nel "risorgimento delle arti" a Venezia.

La sua vecchiaia fu amara: il tenore di vita dispendioso e le spese eccessive per l'edificazione della villa di Santa Maria di Sala (qualcuno azzarda la cifra di 1.000.000 di ducati) minarono le sue finanze e lo costrinsero a vendere beni immobili e titoli di Stato. Colto da apoplessia divenne imbecille e smemorato, facile preda di profittatori. Morì a Venezia il 22 sett. 1774.

 

Ca’ Farsetti, nota storica

Costruito tra il XII e il XIII secolo dalla famiglia Dandolo, il palazzo che si trova a poche decine metri dal ponte di Rialto per molto tempo fu legato alla figura del doge Enrico protagonista della IV Coricata durante la quale Venezia conquistò Costantinopoli. L’edificio fu danneggiato da un incendio scoppiato la notte del 3 dicembre 1524; restaurato, cambiò più volte proprietà, fino al 1669, quando venne acquistato da Anton Francesco Farsetti. 

I Farsetti, ricca famiglia di origine toscana, avevano ottenuto il titolo nobiliare qualche anno prima, com’era uso in quel tempo, in cambio di un cospicuo versamento di denaro nelle casse della Serenissima. I membri della famiglia, che abitarono nel palazzo per un lungo periodo, si distinsero per la dedizione alla cultura e alle arti, fecero restaurare radicalmente l’edificio che divenne sede di una ricca collezione di opere plastiche e pittoriche. Nel 1709 i Farsetti ospitarono il re di Danimarca, Federico IV, e lo accolsero con tale magnificenza che questi, riconoscente, insignì la famiglia del Cavalierato della Stoia d’Oro, titolo prestigioso e prima di quel momento mai elargito ad una famiglia aggregata alla nobiltà. 

L’abate Filippo Vincenzo Farsetti nel corso del XVIII secolo aprì il suo palazzo ai giovani artisti che avevano qui la possibilità di studiare e copiare le opere d’arte che aveva raccolto nei suoi viaggi. La condotta dissipata dell’erede Anton Francesco Farsetti e il difficile momento storico ed economico conseguente alla caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, portarono alla vendita della maggior parte delle opere conservate nel palazzo. L’edificio passò quindi ad Adriana da Ponte, vedova Farsetti, che lo affittò ad uso di albergo. Rimase “Hotel della Gran Bretagna” fino al 1826, quando fu acquistato dal Municipio di Venezia di cui oggi è ancora sede. 

Villa Farsetti

L'abate Filippo Farsetti, dopo gli anni trascorsi a Parigi e una lunga permanenza a Roma, tornò a Venezia incantato dallo stile di Versailles e dalle visioni delle antichità classiche; egli infatti possedeva una forte immagine di quelli che erano gli aspetti principali della visione Barocca e le innovazioni del rococò. In un primo momento Farsetti aveva pensato di costruire una villa romana a Padova ma, fallito l'accordo con i vicini per l'acquisto di alcuni campi, decise di trasformare completamente un fabbricato già acquistato nel 1710 dallo zio Anton Francesco. Sulla base di un progetto steso a Roma da Paolo Posi, architetto dei Palazzi apostolici, eresse un complesso monumentale completamente diverso dai modelli classici veneziani: un progetto di residenza ideale che realizzava le aspirazioni e la poetica del rococò, seppure il suo pensiero lo porti ad una interpretazione tutta personale dello stile, che, per certi aspetti, precorre il momento neoclassico.

La villa, adornata di 38 colonne marmoree, asportate, col consenso del Papa, dal tempio della Dea Concordia a Roma, comprendeva anche una ricostruzione del Campidoglio, del tempio di Diana e di Giove Capitolino, un giardino arricchito di statue, grandi vasi, acque correnti, un laghetto. Perla della villa, dotata di 44 posti letto e ben 15 tavoli da gioco, fu l'orto botanico, realizzato sotto la guida del francese Louis Clérisson, in cui il Farsetti trasfuse l'appassionata competenza nella botanica, coltivata sin dagli anni giovanili.

Nel giardino posteriore rimangono le cedraie (oggi restaurate), i resti delle serre e le antiche stalle (oggi recuperate come teatro comunale).

Ai nostri giorni la Villa Farsetti e gli spazi che ne compongono il complesso architettonico sono divenuti (per volontà delle Amministrazioni comunali che si sono succedute alla giuda del Comune di Santa Maria di Sala) la piazza della cittadina: il luogo dove si svolgono molte delle attività e degli eventi culturali (dalle esposizioni d’arte alle rassegne teatrali, dai festival musicali alle rassegne letterarie) rivolti alla cittadinanza ed al pubblico in generale.


 Info per le visite guidate con Prenotazione obbligatoria: 347/4156093 – info@arcipirola.org


Programma delle visite guidate
sabato 13 gennaio 2024
visita guidata a Ca’ Farsetti (Venezia)
ore 10.30 / 11.30: visite guidate

domenica 14 gennaio 2024
visita guidata a Villa Farsetti (Santa Maria di Sala)
ore 9.30: saluti delle autorità
ore 10.30 / 11.30: visite guidate
a seguire: aperitivo per i partecipanti

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