Martedì 9 dicembre, a Ca’ Corner, sede della Provincia di Venezia, l’assessore provinciale alla Cultura Raffaele Speranzon ha premiato il maestro Maximilian Leuthenmayr per la sua lunga attività artistica e di conservazione dei beni culturali all’interno d’istituzioni, chiese e musei veneziani per oltre quarant’anni. Presenti anche Giovanni Diaz dell’Ateneo Veneto, la restauratrice SillaGardenghi che ha collaborato con il maestro per circa 20 anni, e ha partecipato ai laboratori diretti da Leuthenmayr sull’isola di San Servolo, di proprietà della Provincia.
Nato a Monaco di Baviera nel 1939, noto a livello internazionale, nel ‘58 è allievo di Giacomo Manzù per il modellato in creta, e di Oskar Kokoschka all’Accademia di Salisburgo per la tecnica pittorica. Collabora con Ewald Matarè al portale del Duomo di Salisburgo, e si specializza in seguito nel recupero, restauro e conservazione dei beni culturali, in particolare di sculture lignee policrome e di altari.
In Italia ha collaborato, tra gli altri, con la Soprintendenza ai beni architettonici artistici e storici (Baas) di Milano, Pisa, Lucca, Massa Carrara, Brescia, Cremona, Mantova, Matera e Campobasso. Nel Nordest per la Soprintendenza ai Baas di Bolzano - Alto Adige, per Provincia Autonoma di Trento, Trieste, Udine e la regione Friuli Venezia Giulia; per il Museo Diocesano di Trento e la Soprintendenza ai Bas del Veneto.
A Venezia e in provincia Leuthenmayr ha operato per la Soprintendenza ai Baas di Venezia, per il Patriarcato al Museo Diocesano di Venezia, Museo del Settecento Veneziano, Ca’ Rezzonico, Galleria G. Franchetti alla Ca’ D'Oro, dove ha restaurato l’altare ligneo di Domenico da Tolmezzo sotto la direzione di Michelangelo Muraro; Gallerie dell'Accademia, Museo Civico Correr, Scuola Grande di San Rocco, e sulle isole della Giudecca, Murano e San Servolo.
Molti gli interventi complessi realizzati: tra gli altri, il restauro del monumento equestre a Paolo Savelli nella Basilica dei Frari, il soffitto della Scuola Grande di San Rocco durato oltre tre anni, la pala del Moranzone di Gemona a Ca’ D’oro, danneggiata a seguito del terremoto del Friuli, le sculture lignee policrome nella Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli.
Nel 1989 ha ricevuto il Premio Torta dall’Ateneo Veneto per i numerosi restauri eseguiti a Venezia e nel 1997 è stato nominato presidente del Centro europeo di Venezia per i mestieri della conservazione del patrimonio architettonico veneziano, dove tiene ancora un piccolo atelier con alcuni giovani allievi.
Il maestro ha dedicato ampio spazio all’esperienza formativa e didattica, insegnando a Venezia in Ca’ Foscari, a Londra, a Bolzano, a Udine e a Vicenza, e ha collaborato con l’Unesco, Bureau de Liaison pour la Sauvegarde de Venise.
L’assessore Speranzon: «E’ un onore, e soprattutto un piacere, poter offrire un riconoscimento alla carriera di un maestro che, prima di essere un famoso e apprezzato esperto nel recupero e nella conservazione di opere e manufatti lignei, è un artista e un grande appassionato di Venezia, della sua arte, della sua architettura e cultura. Max Leuthenmayr ama definirsi un artigiano, perché forte è il valore che dà al lavoro manuale, al paziente intervento con gli strumenti e i colori, per ridare vita a opere dal valore inestimabile, per conservare le nostre radici storiche e tramandare il valore del nostro patrimonio. Ciò che desidero sottolineare di Leuthenmayr è questo suo paziente lavoro trasferito ai più giovani di un saper fare che altrimenti andrebbe perduto.
La nostra Provincia, che in questi ultimi cinque anni ha promosso oltre 1.500 eventi culturali nel territorio, e premiato artisti, scrittori e poeti e anche campioni e promesse sportive, in questo momento cruciale per la sua storia ha voluto cogliere l’opportunità per premiare un vero maestro e dar voce al significato di un’esperienza vissuta per la cultura e la memoria storica».
L’artista restauratore Leuthenmayr: «Nella mia lunga esperienza credo di aver non solo contribuito a formare tanti giovani restauratori, oggi apprezzati ovunque, ma anche di aver molto appreso da loro e dalle stesse opere che mi venivano affidate. Il restauro è efficace quando rispetta il manufatto, non quando lo stravolge, lo tradisce. E oggi, nonostante le tecniche contemporanee e i materiali chimici e tecnologici a disposizione per analizzare e “sezionare” le opere, solo la mano esperta di un maestro, l’occhio e talvolta l’orecchio sono in grado di capire come, e cosa fare per conservare al meglio l’opera, spesso utilizzando solo terre minerali naturali, e sostanze semplici e antiche già utilizzate dagli antichi egizi e dai padri greci e romani come la caseina, l'uovo e l’olio di lino. Desidero volgere il mio pensiero e ricordo ad alcuni tra i grandi sostenitori e direttori che ho avuto, Michelangelo Muraro, Feliciano Benvenuti, Francesco Valcanover e Bruno Passamani. Ringrazio anche mia moglie Mercedes per avermi felicemente sopportato finora con grande pazienza».
Al maestro Leuthenmayr l’assessore Speranzon ha donato una pergamena e una scultura in vetro del maestro muranese Pino Signoretto.