di Francesca Zaccariotto (*)
«Oggi la parola d’ordine sembra spending review, più semplicemente in italiano revisione della spesa. Noi l’abbiamo non solo avviata, ma realizzata: la Provincia di Venezia che amministro dalla seconda metà del 2009 ha già messo in pratica la revisione della spesa, da subito e partendo dal basso. Abbiamo risparmiato 6 milioni di euro, dei quali due solo di costi del personale, razionalizzando e valorizzando le risorse interne con oculatezza e programmazione.
E’ migliorata l’organizzazione degli uffici, abbiamo dato un colpo d’acceleratore all’informatizzazione dei procedimenti – per esempio la tracciabilità del pagamento dei fornitori che oggi avviene in soli 40 giorni. Abbiamo eliminato le auto blu.
Abbiamo ragionato sulle partecipazioni societarie, in taluni casi rilanciando come per il Gral, che abbiamo ereditato pieno di debiti, in tal altri uscendo dalla partecipazione, come nel caso del Coses e dell’Agenzia del lavoro. Ciò che sappiamo fare, e abbiamo fatto, è dare risposte ai bisogni del territorio; nel caso di una strada da migliorare, di un istituto scolastico con interventi sulla sicurezza, sull’ampliamento o sulla manutenzione, oppure quando con i nostri agenti della polizia provinciale collaboriamo con le altre forze dell’ordine per garantire la sicurezza davanti alle scuole, nelle spiagge, nel territorio.
Senza dimenticare le 900 vertenze seguite per le crisi aziendali, e i 500 lavoratori ricollocati grazie alla Provincia, che avevano perduto il posto di lavoro o avevano esaurito gli ammortizzatori sociali.
Ma desidero ricordare le funzioni proprie delle Province che noi esercitiamo a pieno, dall’urbanistica, al trasporto pubblico, all’ambiente – una voce per noi strategica, dove non facciamo le “comparse” ma siamo capofila in molti progetti europei, dal patto dei sindaci ai progetti sul turismo sostenibile.
Non ci serviva il professor Monti, valido tecnico che il popolo non ha democraticamente eletto, per imporci una cura drastica nell’ottica del risparmio e del sacrificio. Noi la cura dimagrante l’abbiamo già fatta e i numeri che tanto piacciono a questo governo sono inoppugnabili. Abbiamo un bilancio sano e nel rispetto del patto di stabilità. Purtroppo stiamo assistendo ad un triste balletto di notizie sul futuro dell’ente Provincia, che sta solo creando confusione nei cittadini. Si passa dalla loro totale soppressione, con un decreto legge incostituzionale, ad una ipotesi di fine naturale con la chiusura del mandato, fino all’idea di città metropolitana che darebbe dei super poteri al comune capoluogo in rappresentanza di quarantaquattro comuni che con il capoluogo non condividono quasi nulla – per storia, conformazione territoriale, problematiche. Tutto questo in totale dispregio della libera scelta dei cittadini della nostra provincia, che nel giugno di tre anni fa hanno eletto democraticamente questa amministrazione, questo Consiglio provinciale. Si fa un gran parlare di democrazia, ma la democrazia è questa: far partecipare alle scelte chi è direttamente coinvolto dal cambiamento – i sindaci, per esempio, mai consultati, mai convocati dai vertici dell’associazione nazionale, e i cittadini a cui si chiede il voto per poi non rispettarlo fino in fondo».