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Piano di Assetto del Territorio del comune di Torre di Mosto: sottoscritti gli elaborati per l’adozione

Notizie dalla provincia
30 Luglio 2020
Vicesindaco CmVE e Sindaco di Torre di Mosto

Facendo seguito al Decreto del Sindaco metropolitano n. 60/2020 del 24/07/2020 di presa d'atto del termine della fase di concertazione e condivisione delle scelte strategiche relative al Piano di Assetto del Territorio del comune di Torre di Mosto, oggi, giovedì 30 luglio, il vicesindaco della Città metropolitana Massimo Sensini ed il Sindaco del comune di Torre di Mosto Giannino Geretto, hanno sottoscritto gli elaborati di piano, ai fini dell’adozione.

 

L’analisi ambientale è stata l’elemento condizionante le scelte di Piano in specie alla riconosciuta condizione di dispersione insediativa che implica direttamente una elevazione del consumo della risorsa suolo ed indirettamente fenomeni di dissipazione energetica e di potenziale elevazione degli inquinamenti causati della nuova domanda di spostamenti.

 

Il Piano si è indirizzato verso il rafforzamento delle aree urbane esistenti e di alcuni nuclei rurali consolidati, concentrando in essi la gran parte dello sviluppo edilizio al fine di ridurre i fenomeni di dispersione.

 

Anche per il sistema produttivo la strategia è rivolta a disegnare l’espansione in affiancamento all’esistente, compattando il disegno urbano e specializzando le zone produttive.

 

Significative appaiono le realtà di valore ambientale, in considerazione sia degli ambiti naturalistici presenti all’interno del territorio comunale che delle loro relazioni con il sistema eco relazionale più ampio che si articola in corrispondenza dei corsi d’acqua principali. Tutto questo si traduce con indirizzi di tutela e valorizzazione delle diverse componenti territoriali, che devono essere lette in modo sistemico, valorizzando gli aspetti di carattere naturalistico e paesaggistico con le necessità di sussistenza e sviluppo della realtà agraria. Inoltre, si è ritenuto di elevare il ruolo delle aree naturali e seminaturali, prevedendo azioni di valorizzazione e di fruizione dei percorsi della mobilità lenta.

 

Chiaramente il PAT non rinuncia a stabilire obiettivi di crescita quantitativa, però nello scegliere le modalità di gestione di tale crescita crea le premesse per uno sviluppo non dissipativo sul piano energetico/ambientale.

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